Allarghiamo i confini
Un paio di incontri fa ti ho presentato la porzione più giovane dei nostri clienti. Nella mia ricerca di approfondimenti per arrivare a scriverti quell’articolo ho anch’io imparato molte cose e mi sono sforzato di vedere la posizione della farmacia sotto l’ottica del digitale. Io che per abitudine e pigrizia (per età non lo voglio proprio dire) tenderei forse a preferire ancora l’analogico.
Eppure mi sto rassegnando perché mi rendo conto che oggi non posso essere solo io a determinare la miglior comunicazione per la mia azienda, è piuttosto il mondo esterno che mi impone il cambiamento e gli strumenti più idonei per stabilire un contatto con l’esterno.
Se voglio competere, allora mi devo necessariamente adeguare sia pur contro voglia.
Allora mi sforzo, mi faccio quasi violenza, mi informo, tento di curiosare, continuo a chiedere e a provare. Così scopro che il mondo digitale è veramente diverso dal mio, nel quale mi ero abituato a muovermi piuttosto bene.
E’ un mondo che purtroppo devo imparare ad accostare a tutte le altre tecniche e psicologie della comunicazione tradizionali. Qui però cambiano il linguaggio, le forme, le persone, le molteplicità di azioni e le diversità di interessi. Credo sia facile riuscire a fare bene una cosa e scopro che invece sto comunicando in maniera errata per cui pochi mi badano. Forse perché in realtà non sto comunicando, sto emettendo semplicemente messaggi, magari con un fondamento interessante ma che nessuno ascolta o legge.
Se mi chiedo il perché di tanto disinteresse per la mia cultura e il mio sforzo di essere bello, scopro che la risposta è una sola: in realtà non sono visibile!
La verità è che anche in questo caso serve professionalità, attenzione ai dettagli e conoscenza, perché in molti casi la comunicazione è addirittura subliminale ove predominano le immagini e le condivisioni.
Nel mio cercare di acculturarmi in questo nuovo mondo pongo un po’ più di attenzione a molti aspetti del virtuale che prima snobbavo e osservo, magari copio. Guardo con attenzione altri settori e, ad esempio, cerco di interpretare il messaggio che il logo di Amazon vuol trasmettere: mi piace molto, non sapevo perché mi attraesse. Esso racconta tante cose, l’hai mai osservato nella sua estrema semplicità? La scritta con quella freccia che si arcua con decisione verso l’alto (= positività, successo) e che parte dallaA per finire alla Z (= un servizio completo).
Penso così immediatamente alle farmacie, e mi vengono in mente le solite scritte “servizio”, “reparto”, “salute” e così via.A questo punto mi domando se non sia il caso di pensare anche noi a qualche cosa di diverso.
Il mondo del digitale richiede anch’esso formazione, dedizione e allenamento. Non è sufficiente possedere un sito internet o un profilo Instagram, con essi devi prima di tutto essere capace di attrarre, devi farti conoscere, devi imparare i tempi per arrivare a emettere i tuoi comunicati senza dare fastidio a chi ti segue o, al contrario, senza dimenticarti di loro.
Com’è cambiata in brevissimo tempo la nostra professione, anzi meglio la nostra attività di imprenditori. Continuerà addirittura a cambiare e sempre più velocemente.
Il mondo digitale fa ormai parte della nostra quotidianità, chi non naviga chiede ad altri di farlo per suo conto. Mia mamma, che non è in grado di usare internet da sola,mi chiede di cercare per sapere, per conoscere i prezzi o gli orari di un treno, ecc.
La Rete è quindi intasata di messaggi molto simili al tuo, magari di colleghi che si sono svegliati prima di te, perché possiede un grosso privilegio se riesci a conoscerla e gestirla correttamente: ti permette di allargare il tuo bacino di utenza.
Con essa puoi farti conoscere e preferire perfino da chi non ha modo di venirti a trovare, anche se poi rimane fondamentale che tu sia in grado di mantenere tutte le promesse che trasmetti in maniera virtuale.
Se al contrario la tua farmacia rimane una tra le tante, tutte uguali tra loro, allora internet invece che alleato diviene un pericolosissimo strumento di condanna per la tua attività e, in un momento storico in cui circa il 30% delle farmacie italiane si ritrovano in forte difficoltà, non mi sembra sia il caso farsi ulteriormente del male.
Internet innesta un elemento nuovo nella bilancia tra qualità e costi, ed è il fattore tempo inteso come velocità. Rapidità non solo nell’evadere una richiesta, ma anche nell’assecondare le aspettative, nel comprendere le evoluzioni del cliente, nell’adeguarsi ai cambiamenti e alle novità.
L’efficienza, l’organizzazione, la competenza,la disponibilità, l’accoglienza e il concetto di rapporto non cambiano più di tanto rispetto al vecchio mondo analogico, ma oggi ci sono nuove opportunità e nuovi orizzonti.
Se non hai cura del tuo cliente, se non riesci a emozionarlo, allora andrà da chi saprà coccolarlo, o da chi saprà essere più veloce, o semplicemente sarà in grado di interessarlo maggiormente.
di Paolo Piovesan
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