La comunicazione in farmacia è una truffa
La comunicazione in farmacia è una truffa. La comunicazione che viene oggi proposta alle farmacie non porta a nessuna redditività, a nessuna distinzione sul mercato ma solo ad omologare la propria immagine a quella della grande distribuzione.
L’esperienza delle farmacie francesi insegna. Un rapporto della settimana scorsa dell’ordine dei farmacisti francesi, ripubblicato in questi giorni da Federfarma, racconta che “aumentano le chiusure di farmacie, 99 nel primo semestre 2015, 900 dal 2006. Le farmacie francesi sono in crisi”.
In USA e in Europa stiamo assistendo al crollo della GDO. Il cliente è stufo, vive freneticamente, è sempre davanti ad uno schermo, non ha nessuna voglia di passare il proprio tempo libero in un SUPERMERCATO, ha bisogno di riscoprire sensazioni vere, di emozionarsi.
Farmacie francesi e GDO hanno una cosa in comune oltre alla crisi: un’immagine commerciale. Puntare sul cartellone 3×2, sulla promozione, su luoghi anonimi, omologati e privi di anima ha oggi i primi verdetti: non rende, non attrae, non funziona.
Corrono ai ripari le catene americane. Anche lì, nella patria dei drugstores, si sono accorti che perdevano clienti e stanno cambiando la strategia: negozi più piccoli, più accoglienti, emozionali, più attenti alle necessità delle persone…. Ma intanto proliferano le farmacie a misura d’uomo, specializzate, umane, professionali. In America si chiamano “Farmacie indipendenti” e sono oggi l’incubo delle catene!
Non mi credi? Pensi che sono un pazzo a dire queste cose? Ti capisco, ma forse è meglio che continui a leggere..
Corre ai ripari la GDO. Nei paesi scandinavi è completamente diversa da quella nostrana: negozi più piccoli, accoglienti, emozionali, a misura d’uomo.. Sta andando proprio così in Usa e nel nord Europa, avrai letto anche tu…. e in Italia?
Hai visto il nuovo format Autogrill? Conosci i Carrefour express? Sai che Starbuks, catena internazionale di caffetterie americana, sta sbarcando in Italia? Cosa hanno in comune? Ancora..negozi più piccoli, più accoglienti, emozionali, più professionali.
Per anni, approfittando delle insicurezze che i grossi cambiamenti hanno creato nei farmacisti italiani, i “professori del marketing”, esperti consulenti provenienti direttamente dal canale della GDO (che già non funzionava più), si sono riversati sulla farmacie per insegnargli ciò che avevano imparato dalla grande distribuzione. Ottimo, grazie! I risultati sono ora visibili a tutti, sono sulle prime pagine dei giornali.
Forse sei ancora in tempo, forse ti sto salvando, forse non diventerai un venditore di gelati! Non è necessario per sopravvivere diventare un DRUGSTORE (per chi non lo sapesse: emporio aperto 24/24 che vende di tutto, compresi i farmaci). Sono sicuro non era nemmeno quello che avresti voluto diventare quando scegliesti Farmacia: pensare al cartello 3×2, ad aggiornare il volantino delle promozioni, sistemare i promozionali, ordinare, sballare, prezzare per vendere con ricarichi da fame prodotti delle multinazionali che dicono “siamo i Leader, è questo è quello che la gente vuole, li abbiamo osservati, abbiamo analizzato il loro comportamento, NOI sappiamo!!”.
IO so invece cos’è la farmacia italiana, e lo bene sai tu, lo sapeva tuo nonno o tuo padre, ancora meglio di me. Ti sei guadagnato uno spazio nel cuore delle persone perchè vicino a loro, nel momento del bisogno. Ti sei guadagnato la stima dei clienti perchè sei lì, sul campo ogni giorno, ad ascoltarli, a sopportarli, a gioire ed arrabbiarsi assieme a loro, come nelle migliori storie, quelle vere….. quelle della vita.
Riparti allora da qui. Dalla gente, dai loro bisogni e necessità. La tua missione è sempre la stessa: fargli stare bene. Se lo continuerai a fare te lo riconosceranno, come hanno sempre fatto.
Certo che sono cambiate tante cose e velocemente. E’ chiaro a tutti che saper rispondere oggi ai bisogni della gente significa rinnovarsi ed allargare la proposta alla prevenzione, al benessere ed i servizi. Non si torna indietro, ma bisogna inquadrare bene come avanzare.
Io penso ad un luogo caldo e famigliare per accogliere le persone e consigliarle, stargli vicino. Un luogo per loro! Altro che catene, drugstores, multinazionali. Ritrova la TUA Farmacia, la tua identità, l’identità della tua proposta e falla diventare il tuo punto di forza.
Costruisci la TUA missione con il tuo nome e cognome, rafforza la tua identità, ascolta i bisogni delle persone, diffondi il tuo messaggio.
Non è il cartellino del prezzo in promozione che può fare il successo in farmacia. Vendi il prodotto/servizio per l’esperienza che il cliente avrà grazie a quel prodotto/servizio.
Non è il rifacimento del logo o dei cartelloni dei brand delle multinazionali che ti renderà forte, ma un’attenta e ragionata strategia volta ad individuare una proposta unica e differente da quella dei concorrenti.
Non sono le scelte commerciali che vincono alla lunga, ma quelle del cuore. Il tuo batte?
di Luca Sartoretto Verna
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Batte, batte.
Ma esiste comunicazione e comunicazione.
Una volta ho letto che fare una cosa e non comunicarla è come ammiccare a una bella donna al buio.
Cerchiamo di comunicare e di farlo bene. Respingiamo cestoni e cartelli delle ditte, non riempiamo le nostre farmacie di espositori inutili.
Vendiamo il nostro più importante prodotto: noi stessi.
Vendiamo una proposta unica, un servizio unico, un’esperienza d’acquisto unica! Se lavorerai in questa direzione sarai padrone della tua impresa e del tuo destino. Ogni farmacia dovrà impegnarsi a costruire una proposta unica e differente dalla concorrenza
La Farmacia oggi ha estrema necessità di una nuova identità.
La comunicazione risulta essere uno strumento fondamentale per far capire chi sei e cosa fai.
Se ti codifichi come store al pari della GDO hai fatto una scelta, a mio parere, errata. Se invece hai scelto di essere una Farmacia di consiglio e non di prodotto, devi investire molto nella comunicazione per farlo percepire.
Queste osservazioni derivano da esperienza compravate.
Un grosso in bocca al lupo a tutti coloro che decideranno di comunicare al mondo esterno quanto siano bravi a fare i “FARMACISTI”.
Giusto! La ricerca della propria identità, del proprio angolo di attacco. Trovarla e comunicarla. Come fare? Ci sono regole bene precise, un percorso da seguire. La prima: il posizionamento va trovato oggi in relazione alla concorrenza. Per esempio: cosa non sono in grado di fare i miei concorrenti? Quali disservizi danno di solito i miei concorrenti che io posso evitare o risolvere?
Bella base per una discussione che merita approfondimento. Rifiutare la concorrenza non significa nascondersi e negare che esista, bensì ricercare nuove strade per offrire qualcosa di diverso, distintivo e qualificante. A volte basterebbe saper osservare con attenzione e saper ascoltare non solo per la fretta di dare risposte: l’ascolto attivo deve piuttosto servire prima di tutto per capire, perché così poi dare la risposta corretta diviene ovvia conseguenza.
Diverso, distintivo e qualificante.
Belle parole, Paolo.
Ogni giorno si lavora per questo.
Nessuno desidera più essere omologato in un settore che ha fatto dell’omologazione quasi in credo.
Ma se sono diverso, e mi distinguo perché sono qualificato devo farlo sapere.
E non sono diverso perché ho finalmente la saletta estetica o gli ambulatori sopra la farmacia.
Sono diverso perché ambisco a migliorare il mio lato professionale e imprenditoriale e ad esaltare le caratteristiche positive delle persone che lavorano con me.
Se mi distinguo devo farlo sapere in tutti i modi e senza aspettare il passaparola.
Devo trovare una comunicazione efficace per far cogliere la mia diversità, ma prima devo lavorare continuamente per essere davvero diverso e qualificato.
Se diventerà una farmacia dei farmacisti e non delle cose sarà una farmacia vincente, altrimenti avrò comperato solo dei mobili che esporranno merci comperate perché imposte da altre forme di comunicazione.
E non ci sarà nessuna comunicazione che mi potrà aiutare.
Condivido ciò che dici. Uno strumento rimane tale e a poco serve se manca il professionista. E’ come una potente automobile che non si sa guidare e magari nemmeno sappiamo bene perché l’abbiamo acquistata. Tuttavia è anche vero che qualcuno preferisce continuare ad andare a cavallo e allora non può lamentarsi se viene superato.
Credo che dovremo cambiare molte nostre prospettive di approccio al nuovo mercato e la comunicazione rientra tra esse; ma serve una competenza che finora abbiamo trascurato. Anche la pubblicità stessa (che rientra nella comunicazione) è un’arte che non lascia spazio all’improvvisazione
Ergo. La comunicazione in Farmacia serve per far apprezzare la propria professionalità e competenza anche a chi ”consumatore” non riesce a percepirla in uno spazio che oggi spesso risulta anonimo e confusionario fatto solo di prodotti e proposte commerciali imposte dalle aziende. Ergo la comunicazione in Farmacia serve eccome…