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Finite le ferie? Bentornati

In questa pausa estiva ho pensato molto al mio rapporto con i colleghi.

Ho cercato di analizzare il perché di alcune difficoltà e credo di aver individuato un aspetto particolare, molto sottile, nella differenza tra il mio modo interpretare il lavoro rispetto a quello di tanti altri.

Nel mio desiderio di collaborare ho capito che in realtà io non cerco di cambiare le farmacie, ma mi sforzo piuttosto di cambiare i farmacisti.

Quest’aspirazione non è però di così facile realizzazione, come invece sarebbe se mi accontentassi di indicare semplicemente la sistemazione dei prodotti in vetrina, oppure sugli scaffali.

Probabilmente troverei meno resistenze se raccontassi in modo distaccato le logiche del marketing lasciando poi ciascuno a svilupparle, piuttosto che voler accompagnare ciascuna farmacia al risultato positivo.

Accade allora che la mia presunzione arrivi addirittura a essere una pretesa di cambiare le persone e il loro stesso modo di pensare, e mi rendo conto che un normale professionista non è tenuto a farlo, dovrebbe piuttosto limitarsi a indicare la strada senza troppi coinvolgimenti.

E’ questa continua ricerca di empatia costruttiva con i miei clienti che mi porta a partecipare alle loro vicende e quasi a vivere le loro imprese come fossero tutte mie.

Allora penso proprio che il problema di tanta fatica risieda nel mio modo di interfacciarmi e, se non riesco a farmi capire come vorrei, forse dovrei seguire il vecchio detto: “Se non riesci a convincere il tuo pubblico, cambia pubblico!”.

Invece sono pure testardo, insisto e così eccomi ancora qui, a scrivervi, a ricominciare una serie di appuntamenti con la speranza di creare nuove interpretazioni dell’essere titolare di farmacia.

Il mio pubblico crea resistenze, c’è qualcuno che mi delude, ci sono poi i soliti furbetti, ma molti meritano di avere l’opportunità di imparare a vedere diversamente il loro lavoro.

Sono convinto che se riuscissi davvero a far cambiare il modo di pensare e vivere l’impresa farmacia, in una visione più evoluta, probabilmente cambierebbero anche molti affanni radicati in sistemi organizzativi e gestionali ormai del passato.

L’innovazione è un processo complesso, che si articola seguendo strani percorsi e si compone di innumerevoli dettagli.

Innovare non significa affatto possedere semplicemente nuova tecnologia, ma si tratta piuttosto di un cambiamento nel modo di pensare e quindi nella cultura delle persone.

Io ricerco l’innovazione, che allora è cambiamento e conseguentemente diviene evoluzione.

Talvolta il cambiamento deriva semplicemente dall’osservazione del mondo che già ci circonda, altre volte invece è questione di riuscire a semplificare procedure che si sono complicate col passare del tempo e che si sono radicate in vecchi modelli.

Allora ripartiamo, proviamo a percorrere nuove strade che speriamo ci portino a una crescita collettiva, a uno scambio appassionato di esperienze, a una condivisione delle problematiche per trovare precise soluzioni di soddisfazione.

 

Allora, tramite Farmacia Vincente, ripartiamo assieme con nuove proposte, proviamo a proporre percorsi formativi diversi, stabiliamo le tappe di crescita della nostra nuova farmacia.

-> Iniziamo già il dieci settembre con un appuntamento a Roma, dedicato alle farmacie di nuova apertura, ove affronteremo due temi importanti: la determinazione di una propria mission aziendale e la gestione dei prodotti a marchio personalizzato.

-> Altra occasione che vi proponiamo è la possibilità di ricevere una giornata di consulenza personalizzata, riservata a tutti gli iscritti alla newsletter di FarmaciaVincente, a una tariffa agevolata.

-> Stiamo poi valutando l’opportunità di predisporre un percorso formativo dai contenuti realmente pratici, con azioni che potrete mettere in atto fin da subito per la crescita della vostra farmacia.

-> Provate a leggere i due libri: “Il pentagramma del farmacista” e “Farmacie da incubo …se non sai cambiare”. Probabilmente scoprirete qualche nuova idea e vi costruirete qualche nuovo progetto.

->Ma aspettiamo anche da voi altre richieste e suggerimenti per futuri momenti di scambio culturale, con l’obiettivo di ottenere una farmacia sempre più aggiornata, moderna, che dovrà essere sempre più attenta alla gestione dei propri valori per risultare coerente con essi e con quanto si sforza di comunicare.

 

Chissà, magari un giorno potremmo arrivare a costruire il Gruppo dei Farmacisti Vincenti, che possiedono strumenti diversi, che attuano iniziative creative, che comunicano con un linguaggio più comprensibile ed efficace.

La moderna farmacia è una nuova impresa che dovrà essere un sistema pro-attivo, capace di produrre un’informazione competente in un ambiente innovativo, con una proposta di nuove soluzioni in grado di soddisfare le esigenze delle persone non solo tramite l’offerta di nuovi prodotti.

Una farmacia innovativa perché imparerà nuovi metodi per comunicare, poiché la comunicazione moderna non è altro che l’integrazione di più rapporti con diversi strumenti a nostra disposizione.

* Oggi si comunica tramite l’organizzazione degli scaffali, tramite la tipologia dei prodotti esposti, con la luminosità degli ambienti, con l’utilizzo di colori.

* Oggi si comunica tramite l’organizzazione de reparti.

* Oggi gli addetti comunicano l’immagine dell’azienda, tramite la loro formazione ma anche tramite il loro modo di presentarsi e di porsi nei confronti del cliente.

* Oggi comunicano le nostre vetrine, ma anche gli esterni della farmacia (muri, marciapiedi, infissi, ecc.).

*Oggi si comunica attraverso la coerenza tra messaggi inviati e mission aziendale.

* Oggi si usano messaggi subliminali potenti, trasmessi anche tramite la diffusione di musica e aromi che contribuiscono a conferire un’immagine precisa su come intende proporsi la nostra azienda.

* Poi senz’altro comunicano anche le azioni pubblicitarie, l’utilizzo di depliant, la produzione di riviste interne, i social e internet. Per queste ragioni, diviene allora elemento di distinzione anche la creazione di un proprio marchio, assolutamente significativo, fiduciario e capace di trasmettere con immediatezza la nostra immagine.

 

Pensate che bellezza la nostra nuova farmacia se vissuta in quest’ottica. Non più il routinario alzare la serranda, attendere i clienti e lamentarci se qualcuno di essi ci viene sottratto dalla concorrenza.

E’ per questo motivo che non riesco semplicemente a indicare la strada, ma ho bisogno di credere nel lavoro che faccio e ho bisogno di appassionarmi alle persone con cui collaboro.

Per riuscire a cambiare il proprio modo di lavorare è quindi indispensabile arrivare a cambiare la propria mentalità, altrimenti qualsiasi soluzione sarà solo transitoria.

Chi ristruttura la propria farmacia senza una precisa convinzione sulle ragioni di tale cambiamento, senza una mission, senza precisi obiettivi, presto finirà per ritrovarsi ancora con il solito ammasso di cartelli, messaggi, espositori…magari in un ambiente rinnovato ma che scomparirà dietro al caos organizzativo.

Per innovare occorre arrivare a modificare il nostro modo di interpretare la quotidianità, occorre essere farmacisti diversi, più attenti e più propensi ad accogliere il vero cambiamento.

 

di Paolo Piovesan
© Riproduzione riservata

 

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