La ripresa
Leggendo i miei articoli, ormai dovresti aver capito come la penso. Cerco sempre di scovare il lato positivo nelle cose che accadono.
Trovo che l’eccessivo pessimismo sia dannoso, il lamento sterile sia poco costruttivo e la preoccupazione protratta oltre certi limiti sia inutile oltre a concorrere per farti ammalare del problema prima ancora di esserne coinvolto.
Pur con la dovuta presa di coscienza, bisogna cercare di guardare avanti prendendo insegnamento da ciò che accade, ma con la voglia di ripartire e possibilmente distrarsi dal pensiero fisso della negatività.
Sono fatto così e cerco di vedere sempre il famoso bicchiere mezzo pieno, anche se talvolta è molto difficile. Però mezzo bicchiere pieno c’è quasi sempre, è solo questione di apprezzarlo e goderne del contenuto. Per questo continuo a scriverti anche in questi momenti di grave difficoltà, perché sono convinto che ci saranno tempi migliori, nuove opportunità e che però occorrerà farsi trovare pronti e preparati.
Il coronavirus ha momentaneamente azzerato alcune distanze, ha allentato la classica morsa competitiva, darà a tutti la possibilità di riproporsi in maniera diversa. Se ci pensi, quello che hai venduto in queste settimane di Covid19 è differente da ciò che usualmente ti veniva richiesto o proponevi alla tua clientela. Esigenze diverse, aspettative diverse, momenti diversi e conseguentemente mercati diversi. Cosa significa mercato di riferimento lo affronteremo in un prossimo articolo.
Per ora convinciti che ci sarà per te una nuova occasione di contatto e di trasmissione della tua immagine, potrai tornare a essere propositivo, bello e unico. Attenzione però, perché la prima immagine che invierai potrebbe essere quella determinante, ci sarà probabilmente fame di novità.
La crisi lascerà sicuramente il segno e trascurare le occasioni per una brillante ripartenza potrebbe non lasciarti spazio in futuro per un’altra chance e conseguentemente non avrai tempo per riuscire a esprimere le tue competenze.
Occorre quindi porre la dovuta attenzione ai dettagli ed in particolare ai seguenti tre fondamenti: 1- L’atteggiamento con cui saprai riproporti al cliente, alle sue nuove aspettative e alle sue diverse necessità. Quindi comincia a pensare a quale sarà la tua vera capacità di attrazione. 2- L’ambiente che accoglierà i prossimi clienti.
Mi riferisco sia alle strutture ma anche all’accoglienza che tutto il tuo staff riserverà alla gente che sarai capace di far entrare dalla porta. 3- La cura dei dettagli, ovvero una diversa attenzione a tutto ciò che forse hai un po’ trascurato in precedenza. Selezione dei prodotti e loro esposizione, forme e strumenti di comunicazione, coinvolgimento e gratificazioni personali.
Insomma, è il momento di attenzionare tutto ciò che magari talvolta hai dato per scontato, pensando che le persone fossero tutte uguali e che sarebbero comunque entrate in farmacia. Invece, in realtà il vero capo della tua azienda è il cliente, è lui che decide se vale la pena recarsi da te, se devi licenziare tutti o se è il caso che cambi la formula della tua proposta.
Ma cambiare è difficile, tutti siamo contrari a trasformare lo status e i nostri comportamenti in particolar modo quando essi ci coinvolgono, e in un prossimo articolo cercherò di spiegartene le ragioni.
Occorre quindi ricercare il pieno appagamento del cliente, ma la sua soddisfazione non è altro che la differenza tra valore percepito e aspettative iniziali, e su questo dovrai lavorare alla ripartenza, perché il differenziale competitivo che riuscirai a mettere in campo costituirà ciò che ti garantirà il successo.
La tua anima di imprenditore ti spinge verso il tentativo di accontentare sempre il cliente, tuttavia anche se tutti lo desiderano, pochi sono disposti a prepararsi per riuscirci.
Serve un impegno costante, un preciso metodo di lavoro. La tua figura di manager deve possedere una parte creativa (per avere la visione), una parte critica, (per analizzare le difficoltà mettendo a fuoco i problemi), una parte realizzativa (per tradurre in pratica e produrre i risultati).
In pratica ci deve essere una direzione (ovvero uno scopo), dovrai essere in grado di definire i diversi ruoli nell’ambito della tua azienda, e infine sarà necessario stabilire i diversi comportamenti da adottare.
Una cosa che non ti sarà più concessa sarà sicuramente la possibilità di affidarti esclusivamente alle sensazioni. I generici “mi sembra”, o “credo che”, o “all’incirca”, andranno sempre più banditi dalla conduzione della tua impresa.
Galileo Galilei diceva: “Misurate ciò che è misurabile e rendete misurabile ciò che non lo è”, perché è di fondamentale importanza conoscere lo stato di salute della propria azienda, non ti potrai più permettere investimenti approssimativi e dovrai avere costantemente sotto mano i risultati ottenuti dagli sforzi profusi. Devi partire dal presupposto che puoi migliorare solo ciò che sei in grado di misurare.
Tutto ciò che fai deve essere ricondotto a un processo misurabile, altrimenti significa che non sai cosa stai facendo, non saprai mai perché sei stato così bravo o al contrario perché ti ritrovi improvvisamente costretto a chiudere. Ciò significa iniziare a pianificare con cura il futuro, eseguire con accuratezza i progetti, verificare costantemente l’operato e agire tempestivamente di conseguenza.
Sarai molto probabilmente sommerso dai problemi, ed ecco che ritorna il mio carattere per cercare di scoprire quando essi possano essere trasformati in opportunità. “Non possiamo risolvere i nostri problemi con lo stesso pensiero che abbiamo usato quando li abbiamo creati” diceva Albert Einstein.
Come fare a non condividere questo pensiero, perché è naturale che se vuoi risolvere un problema non devi lasciarti coinvolgere emotivamente da esso, altrimenti finisci per diventarne parte integrante.
Ricerca sempre le opportunità offerte dal bicchiere mezzo pieno, perché esse ci sono e forse non sei semplicemente in grado di vederle. Il mio messaggio positivo in questo disgraziato momento è che la ripartenza ci sarà, spetta a te essere preparato per approfittarne.
Einstein, sempre lui, affermava anche: “Se avessi un’ora per salvare il mondo, passerei 55 minuti a definire bene il problema e 5 a trovare la soluzione”. Allora chiediti sempre il perché e poi il perché del perché. Questo è l’unico modo per venire a capo di tante problematiche che ti assorbono, che ti coinvolgono e che non ti lasciano tempo per ricercare la necessaria obiettività capace di fornirti molte soluzioni.
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di Paolo Piovesan
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