Non ti riconosco più
“Finalmente!
Era ora che ti facessi rivedere a Don Bosco!”
Esclamò a gran voce LUIGI,
farmacista dallo storico cognome nel popoloso quartiere di Brescia.
I clienti, in attesa davanti al bancone erano stizziti.
“Ma con chi ce l’ha?” Borbottavano impazienti alcuni anziani.
Luigi quel giorno era fuori di sé.
“Allora, ti piace?”
Esclamò a gran voce cercando il giudizio tanto atteso.
“Ti piacciono i nuovi locali?”
Ma la risposta non arrivò. SILENZIO…
…ed era strano in Farmacia, soprattutto il martedì, giornata di mercato.
Quel giorno si vedevano sempre facce nuove ed in fila, in quel preciso istante, c’era Rosy.
L’allegra vedova giungeva a piedi dal centro ogni settimana e, come sulla passerella del teatro, si preparava per recitare ai presenti i frammenti della sua gioventù.
Ma Luigi questa volta non poteva proprio darle corda.
LIBERO, il suo migliore amico, era di fronte a lui appena rientrato da Londra dopo 6 lunghi anni passati in giro per il Mondo. Quell’assenza a Luigi era davvero pesata.
La presenza rassicurante,
l’ottimismo dilagante,
il giudizio onesto dell’amico,
gli avevano colorato l’infanzia
Del resto “i due ZUEN” erano cresciuti assieme e di quel quartiere avrebbero potuto raccontare fino a riempire le pagine di un romanzo.
Di Don Bosco conoscevano gli angoli più remoti:
l’oratorio,
il bar,
la scuola dei salesiani e le campagne circostanti con quegli odori acri ed umidi di erba e fieno.
Si sentivano i PROTAGONISTI di quel territorio!
E come poteva non esserlo Luigi, festeggiato sin dalla nascita. Era lui l’erede “Farmacista”!
Papà Giovanni e nonno Alberto prima di lui, avevano gestito bene l’attività di famiglia. Avevano messo il cuore ed al centro, prima di tutto, le persone.
Avevano creato un CENACOLO, una comunità coesa attorno alla Farmacia e coltivato una “tribù” anche senza SOCIAL media.
Grazie al costante confronto “dal vivo” erano riusciti a costruire relazioni stabili con gli abitanti del quartiere.
In quegli anni tutto aveva un sapore, un odore ed era autentico, si collaborava per il bene comune e Giovanni ed Alberto avevano sviluppato un sincero SENSO DI APPARTENENZA alla comunità.
Prestavano soccorso e distribuivano sicurezza e buon umore ottenendo in cambio rispetto e fiducia.
Luigi aveva ereditato con la Farmacia STIMA, REPUTAZIONE e AUTORITÀ.
Un’azienda in grado di mantenere 15 addetti, 15 famiglie e dal cui successo dipendeva una parte dell’economia locale.
Una responsabilità BELLA perché la Farmacia collaborava con gli abitanti per costruire un futuro migliore.
Luigi era cresciuto in questo clima positivo, coccolato tra la gente, giocando tra le scatole vuote dei prodotti.
“Ti stai preparando a diventare un bravo farmacista”,
gli dicevano i clienti accarezzandogli la testa… e lui restituiva il sorriso.
LIBERO invece, era sempre stato uno “scavezzacollo”.
Sempre con la testa fra le nuvole! Amava perdersi in bicicletta per i sentieri di campagna o fino a tarda sera al parco giochi con gli amici oppure lungo il fiume, alla ricerca di pietre arrotondate e luccicanti da colorare e sfoggiare sul balcone di casa.
Per scovarlo la madre sguinzagliava spesso le amiche comari del quartiere ed in poco tempo, grazie al passaparola tra gli abitanti, tutti sapevano dove stava, con chi era e cosa stava facendo.
Dopo gli studi Libero si trasferì a Londra. Voleva viaggiare ed avere successo, LO OTTENNE e divenne molto ricco!
Era diventato un imprenditore della “New economy”, fu lui ad inventare “NEXTDOOR”, l’APP. per smartphone in grado di aiutare gli abitanti del quartiere a dialogare, cooperare e ritrovarsi.
I due ragazzi ce l’avevano fatta!
Erano diventati “influencer” , non solo a Don Bosco, riferimenti da cui prendere esempio…
“RISPONDIMI!”
Insistette Luigi, che teneva al giudizio di Libero più di qualsiasi altra cosa in quel momento.
“Ho bisogno di conoscere la tua opinione! Chi meglio di te…
Ti avevo detto che ci avrei messo le mani, no?
Allora?
Ti piace?
Condividi le mie scelte?
Cosa ne pensi della mia nuova Farmacia?”
Fu allora che l’espressione di Libero cambiò.
Come in un morphing, i muscoli del viso si tesero fino a normalizzarsi.
Per Libero la Farmacia era una cosa seria.
Sua madre lo ripeteva sempre:
“Sai Libero, siamo fortunati ad avere i farmacisti così vicini,
la Farmacia è un punto fermo, una bella sicurezza”.
Raccontava spesso anche di quella volta che un turista tedesco, punto da una vespa all’uscita dal bar, fu salvato proprio dal tempestivo intervento del Dottor Giovanni.
“Se non ci fosse stato il NOSTRO farmacista!!
Lo sai che quel crucco torna a fargli visita ogni anno, come un pellegrino al santuario della Madonna?”
Ma il luogo in cui si trovava adesso Libero non era lo stesso dei suoi ricordi!
La Farmacia di Don Bosco, per anni il “punto di riferimento della sua comunità” era cambiata nel profondo. Era altra cosa! Nuovi locali più grandi e moderni certo, ma era il messaggio che comunicava a stonare sopra a tutto.
Libero in quel momento non riuscì più a trattenersi.
“Caro amico mio, questa farmacia non ti rappresenta.
NON TI RICONOSCO PIÙ!
Come hai potuto trasformarla in un supermarket!
Mobili metallici, scritte e cartellini delle promozioni ovunque, cestoni e cartonati delle offerte.
Così fredda, così lontana dai tuoi valori, dalla nostra comunità, da tutto quello che SIAMO..”
Luigi, che non si aspettava tanta severità, rimase impietrito.
Mille pensieri passarono in quel preciso istante per la sua testa:
“Perché mi critica? Cosa mai avrò fatto di tanto sbagliato? Non è questa la strada che indicano in tanti? Mi confronto con i colleghi, leggo sui giornali.. Non è la vendita l’unica fonte di sostentamento di un’impresa e quindi anche della mia farmacia?
Poi fece un profondo respiro, riprese coraggio e replicò:
“Libero, proprio tu!
I tempi sono cambiati anche qui.
La gente si stava allontanando dalla farmacia e dovevo fare qualcosa.
Per convincerla a restare ho deciso di voltare pagina.
Oggi la mia Farmacia, è vero, è molto più commerciale… ma non è proprio questo che la gente vuole? Non sono le offerte quelle che ricercano su Amazon? Non vogliono il prezzo?
Se passano sempre più tempo sul telefonino, sempre più tempo a cercare un fantomatico risparmio era arrivato il momento anche per noi di cambiare strada per offrirglielo!
Proprio tu che hai vissuto a Londra e che hai potuto osservare dal vivo le grandi catene di farmacia… come puoi adesso venire a criticare le mie scelte?
Capisci che stanno arrivando anche qui in Italia e che probabilmente tra pochi anni decreteranno la chiusura anche della mia attività?
Sentite quelle parole Libero appoggiò la mano sulla spalla dell’amico e lo trascinò energicamente nel retrobottega.
“Ascoltami!
Voglio raccontarti quello che ho potuto osservare durante i miei viaggi.
Non mi sono mai dimenticato di voi in questi anni e lungo il mio percorso ho preso appunti visitando le più moderne ed innovative farmacie del Mondo.
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Quando i tuoi concorrenti sono in grado di offrire il tuo stesso prodotto o servizio, magari ad un prezzo più basso, sai cos’è che fa la differenza?
- Le relazioni,
- La credibilità,
- La fiducia e l’affinità che hai con ognuno dei tuoi clienti.
Prima dell’avvento dei mass-media il commercio era un’attività SOCIALE:
nelle farmacie,
nei mercati,
nei negozi di ieri,
la compravendita era un’opportunità di incontro, di scambio e di condivisione,
a volte anche di apprendimento.
L’elemento SOCIALE era presente ancor più dell’elemento COMMERCIALE e l’unica forma di pubblicità era il “passaparola”.
Nel tempo con l’avvento dei mass-media, della pubblicità, dei centri commerciali lo spirito del mercatino si è andato gradualmente perdendo grazie all’agguerritissima concorrenza delle catene, dei supermercati e degli acquisti online.
Ma lo spirito del mercatino non è morto. ANZI!
E’ stato solo temporaneamente soffocato da questa ondata di opportunità e di nuovi modi di vendere.
Proprio a Londra, l’ombelico d’Europa, tante catene ora soffrono e sono costrette a chiudere i loro punti vendita!!!
CREDIMI LUIGI,
La strada non si trova seguendo le correnti,
scimiottando ciò che leggi,
replicando ciò che vedi realizzato dalla spietata concorrenza,
ma riportando una rinnovata umanità, onestà e socialità in Farmacia attraverso una nuova disponibilità alla condivisione, allo scambio e all’ascolto.
Un percorso con il cuore!
e se è vero che condividendo valori e ideali rischi di alienare coloro che NON ti sono affini, è anche vero il contrario.
Coloro che si legheranno a te sulla base dei tuoi valori condivisi avranno con la tua Farmacia un legame molto più lungo, profondo e duraturo di quello che avresti potuto sviluppare con loro sulla semplice base del prezzo e della qualità dei prodotti che offri.
LUIGI SEI ANCORA IN TEMPO!! e se lo vorrai sarò al tuo fianco in questa missione.
Impegnati da subito per realizzare una Farmacia che ti rappresenti perfettamente.
Entrare in Farmacia sarà di nuovo come leggere il “Bignami” di Don Bosco.
Sarà come ripercorrere la storia, il carattere, gli usi e costumi del posto.
Un posto al centro, dove ritrovarci.
Un luogo amico e rassicurante, un motivo per restare uniti o semplicemente per “mettersi al riparo” da tutto il resto”.
Si spengono i riflettori sulle promozioni, sui prodotti, si accendono le persone, i sentimenti, il cuore.
Nuovamente a Don Bosco tornarono a risplendere le luci del Natale.
Luca Sartoretto Verna
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