Poniamoci alcune domande

 

Gli esperti di statistica ci indicano che le vendite on-line sono in costante crescita, addirittura con valori in doppia cifra anno su anno.

Quelli di Amazon poi sono bravissimi, ma sempre più imprese si dedicano all’erogazione di servizi e prodotti tramite internet.

Eppure qualche domanda io me la pongo quando scopro che, per contro, ad esempio la stessa Amazon ha recentemente acquisito un’importante catena del food, con l’obiettivo dichiarato di proporre una shopping experience che si differenzia da tutti gli altri punti vendita della grande distribuzione.

Ancora, anche Coop si sta organizzando, evolvendo con punti vendita denominati Extracoop ove si cerca di instaurare un rapporto più vicino al cliente (come vi presenterò al Master Capsula di Roma).

E come loro, anche altri grandi marchi stanno riscoprendo la necessità del contatto personale, l’emozione di un’esperienza d’acquisto basata su accoglienza e dialogo.

Tutti sono alla ricerca di una precisa identità distintiva, capace di trasmettere calore oltre al prodotto.

Allora penso a noi, alle nostre farmacie, a quante opportunità ci siamo lasciati sfuggire nel passato per dare forza e valore al contatto personale che da sempre abbiamo avuto occasione di erogare quotidianamente.

Cerco di farmi un’idea di come oggi possiamo interpretare questa nuova importante tendenza, per trasformarla in un’irripetibile occasione di efficace competizione.

Professionisti lo siamo sempre stati, professionali nella stragrande maggioranza dei casi.

Ma abbiamo davvero imparato ad accogliere?

Abbiamo saputo trasformare la nostra comunicazione in calorosa empatia?

Abbiamo rivoluzionato, in questi anni di crisi, i nostri ambienti con un design veramente in grado di evidenziare le nostre unicità, specializzazioni, scelte e selezioni di proposte? Abbiamo davvero compreso cosa il cliente ci chiede e si aspetta da un punto vendita come la nostra piccola (o grande…ma comunque piccola) farmacia, per preferirci rispetto ad altri fornitori e arrivare perfino a parlare bene di noi?

Perché preoccuparsi significa occuparsene prima, mentre il lamento che spesso corre tra i corridoi della nostra categoria è tutta altra cosa.

Non è questo il momento di pensare di essere troppo bravi per non aver paura o, al contrario, troppo insignificanti per riuscire a competere. Questo è il momento per progettare idee semplici ma coerenti con le aspettative del cliente moderno, dobbiamo porci obiettivi chiari di costante miglioramento, da perseguire con entusiasmo. Dobbiamo imparare a scrivere dove vogliamo arrivare e coinvolgere efficacemente tutta la squadra.

Le farmacie hanno necessità di raccontare la loro preziosa storia, fatta di passione e dedizione. Ma devono essere altresì in grado di esprimere una promessa di coerenza tra ciò che raccontano e ciò che realmente fanno. Il tempo dei generalisti è ormai tramontato, non hanno più possibilità di essere credibili; le persone si rivolgono con fiducia agli specialisti e pretendono che il professionista conosca a fondo ciò che vende e perché lo sta proponendo.

E’ importante cominciare a conferire valore a quello che finora è stato il solo prezzo di un prodotto.

Allora comunichiamo chi siamo prima ancora di cosa siamo, invogliamo le persone a conoscerci per come siamo in grado di soddisfarle.

Coinvolgiamo i collaboratori, pretendiamo da loro suggerimenti e non semplicemente orari di lavoro, festeggiamo assieme i risultati positivi che l’intera squadra ha ottenuto. Non possiamo più permetterci di definire un prezioso collaboratore come un semplice dipendente, non possiamo permetterci di lasciarlo in balia della routine, allo sbando senza una visione condivisa a cui tendere e priva di obiettivi da raggiungere.

Ascoltiamo con attenzione la voce del cliente, anche quando non ci parla direttamente. Osserviamo come si muove, anche quando non è all’interno della nostra farmacia.

Interpretiamo le aspettative, le esigenze, i desideri e le nuove tendenze.

Facciamo scoprire che  la nostra piccola farmacia è tutt’altro che un comune punto vendita.

L’arte della nuova farmacia” ti condurrà in un percorso di conoscenza per arrivare ad esprimere tutte le tue potenzialità.

Ormai tutti ci dicono che la farmacia è cambiata e che conseguentemente anche il farmacista deve cambiare; ma come? La cosa si fa già più complessa.

Al Master Capsula avremo modo di discuterne assieme.

 

Già, il Master Capsula di Roma.

Ho sentito colleghi affermare che “sarà sempre il solito incontro dove, con la scusa del marketing, del cambiamento e della comunicazione ti proporranno gli arredi della Sartoretto Verna”.

E invece no, non si parlerà affatto di mobili.

Capsula è un’idea nata dal mio amico Luca per offrire alle farmacie un’opportunità di crescita. A Roma interverranno professionisti esperti, provenienti da altri settori proprio perché il mondo fuori dal vecchio canale farmacia ha già da tempo alzato l’asticella della competizione.

Sarà un momento di confronto oltre che di formazione, per generare consapevolezza.

Capsula vuol essere a tutti gli effetti un contenitore all’interno del quale si sviluppano diverse occasioni di incontro, dagli eventi fino a questo stesso blog che stai leggendo. Ma è anche motivo d’incontro e confronto tra professionisti e colleghi, così come accaduto a Cosmofarma.

In questo contenitore, ognuno ha la possibilità di esprimere il proprio pensiero, utile per concorrere a far crescere la nostra farmacia.

Quindi ti aspetto.

Fai click ORA e richiedi il modulo di iscrizione

 http://www.mastercapsula.it/

 

di Paolo Piovesan
© Riproduzione riservata