Quanto spendiamo per
il benessere del nostro corpo?
Articolo tratto da geomktg.it , a cura del data scientist team di Geo Marketing
Cresce l’attenzione del consumatore italiano per i prodotti per la cura della persona, come certificato da diversi istituti di ricerca che inoltre sottolineano la tendenza sempre più marcata verso prodotti il più possibile biologici e naturali (a partire dal cibo).
L’attenzione verso la cura di sé e l’uso frequente di questi prodotti essenziali nella nostra vita quotidiana, ha origini molto antiche. Non a caso i primi insediamenti umani ebbero luogo in prossimità di corsi d’acqua, fiumi, laghi, ecc. in quanto l’acqua all’epoca costituiva il solo mezzo per l’igiene personale. Tracce di utilizzo del sapone risalgono al 2800 a.C. e provengono dai resti dell’antica Babilonia. In epoche più recenti Galli e Teutoni erano in grado di produrre saponi e i primi cosmetici. Nel II secolo d.C., in Grecia si affermava l’importanza di questi primi prodotti come prevenzione dalle malattie, ma fu nel 17° secolo che la produzione di saponi divenne arte diffusa in tutta Europa, grazie alla ripresa abitudine al bagno e alla pulizia.
Ma ora diamo un veloce sguardo alla situazione odierna. Il 2018 ha registrato una lieve crescita rispetto il 2017 e per oltre la metà del decennio in corso il trend dei consumi di saponi, bagnoschiuma, make-up, creme, ecc. è stato migliore se comparato a quello dei beni non durevoli. Sul piano della produzione, il comparto ha avuto una costante dinamica positiva, con significative perfomance dal lato export. Prospettive positive di crescita per i prossimi anni sono legate alla maggiore propensione, per la cura del proprio corpo, nel consumare prodotti che migliorano la salute e che influenzano positivamente la sfera delle emozioni.
La spesa degli italiani in questo comparto sfiora gli 11.000 mln €. Siamo inoltre di fronte ad un processo di multicanalità dell’offerta, dove il 56% della spesa totale transita sui canali farmacie, profumerie e iper/super con valori sostanzialmente simili (rispettivamente 18,5%, 19,8% e 18,1%, praticamente circa 2.000 mln € per canale). Il resto è assorbito dalle erboristerie, negozi di acconciature, istituti di bellezza, e-commerce e vendite one to one. L’analisi della rete di vendita propria e della concorrenza, in questo contesto assume grande rilevanza essendo le alternative d’offerta a disposizione del consumatore variegate e distribuite sul territorio.
Nelle due mappe è rappresentata, per la zona centrale e dintorni del comune di Bologna, la distribuzione del potenziale di spesa procapite per i prodotti per la cura persona. Sono in evidenza due livelli territoriali, le circoscrizioni e le sezioni di censimento e la rete di vendita delle farmacie. Si nota chiaramente come il livello di spesa procapite per circoscrizione assuma una diversa rilevanza per le singole microzone che le compongono.
Questi dettagli informativi microterritoriale, replicabili su tutto il territorio nazionale, costituiscono uno degli elementi più importanti che permette di guidare al meglio l’offerta dei punti vendita dei vari canali verso il potenziale di domanda disponibile.
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